MONASTERI BULGARI: CULLE DEL RISORGIMENTO


Nella patria dello yoghurt ci sono più monasteri che chiese in Italia. Sono le culle del Risorgimento indipendentista e della prima lingua slava: eleganti architetture lignee e smisurati cicli dipinti che, assieme ai pittoreschi borghi balneari di Sozopol e Nesebar solleticati dalle onde di un Mar Nero finalmente disinquinato, sono con i locali di Sofia presi d’assalto dai giovani occidentali del over-tourism-low-cost, i primi fattori del turismo bulgaro. Industria che il paese, chiuse o svendute le fabbriche di brezneviana memoria, promuove con tenacia visto il successo postbellico dell’adriatica e concorrente sponda balcanica.

Sopra Abanassi Chiesa della Natività Sotto:Bachkovo

 



Perfino la figura rassicurante di re Simeone II che formò un governo con il minimalista partito filoturco, parve piovuta dai cieli come la vergine di Odytrìa nello straordinario monastero di Rila. Entrambe sono state icone mediatiche venerate senza parsimonia.

Sopra e sotto Bachkovo, pope e iconostasi


 

Proprio perché la verginale immagine di Rila, protetta nel monastero più celebre del paese carico di storia e articolato come una fortezza in mura, torri, balconate a tre piani di legno dipinto e una chiesa centrale scandita da cinque eleganti cupole   affrescate con tinte stridenti, é infatti da secoli conclamata artefice di irripetibili miracoli; mentre quella laica dell’erede di re Boris, la cui fermezza assicurò nell’ultima guerra mondiale la neutralità de facto a una Bulgaria storicamente alleata alla Germania e, impedendone la deportazione, la salvezza alla comunità ebraica,  venne osannata perché  da Primo Ministro (2001-2005) goliardicamente promise con stile peronista di azzerare il debito pubblico in un battibaleno e di sconfiggere la corruzione rivoltando come un calzino il paese nei primi 800 giorni di governo. Ma così non fu. Anche se oggi il governo del partito GERB che rimane filo-europeista fatica ancora a sconfiggere la corruzione endemica.  


 

 

Sopra Rohzen, pope in lettura. Sotto; monastero di Rohzen

 

Sotto: pope a Bachkovo


 

 

Dunque in Bulgaria i turisti girano soprattutto per vedere gli affreschi e le iconostasi di Bačkovo, Rozhen, Dryanovo, Rila, Sokolski  e Preobrazhensky, dipinte e cesellate nei luoghi più pittoreschi ritagliati tra le pendici lussureggianti dei Balcani, dei monti Rila e dei Rodopi che si stemperano a sud verso i confini turchi e greci.

Sopra refettorio del monastero di Rohzen

Gran gusto ebbero i primi monaci nel scegliere le locations dei monasteri; e gran voglia di chiacchiere hanno ora i loro successori, i pope solitari che, mai più di dodici alla volta, li abitano e gestiscono. Sempre cortesi e curiosi, i pope bulgari sono anche gli unici ad aver accolto la recente proposta di dialogo del pontefice: “…se davvero il Papa rinuncia a essere l’unico sostituto di Dio in terra”, confessa arzillo il novantenne pope Nikodim del monastero di Drjanovo, luogo sacro delle lotte risorgimentali antiturche aggrappato agli antibalcani, “per quanto i cattolici si siano ostinati a dipingere la Madonna come vergine ignorando gli insegnamenti dell’evangelista Luca, non si può che lodare l’unione delle due chiese”.

Sopra monastero di Bachkovo. Sotto: camino refettorio monastero di Rila



 



Così solo il patriarca Neofito a Sofia resta titubante. Capace politico, preferisce aspettare gli eventi e barcamenarsi tra re redivivi e socialiste anime perse. Drjanovo , a sud dell’antica capitale del Regno Bulgaro  Veliko Tarnovo, è incastonato tra le rocce e pendii erbosi dei Balcani che poco più a meridione si stemperano nella pianura tracia. Il silenzio è assordante a Dryanovo, magnetico e pittoresco luogo d’altri tempi che risale al XII secolo ma venne incendiato durante una cruenta battaglia per l’Indipendenza nel 1876. Fu ricostruito da cima a fondo tranne la chiesa in pietra che fu risparmiata dai turchi e che vigila sull’ossario e sul monumento  ai ribelli caduti capitanati dal letterato Bacho Kiro, leader intellettuale  della Rivoluzione d’Aprile 1876.

Sopra:nel monastero di Probrazenskij. Sotto: monastero di Probrazensij


 


Eppure, anche se nei pressi il vivace e realistico ciclo di affreschi seicenteschi della chiesa della Natività di Arbanasi vale un viaggio (ed è pure interrata perché per cinque secoli il sultanato turco impedì la verticalizzazione degli edifici cristiani, ma è dipinta anche fino all’ultimo millimetro negli angoli più bui e nascosti con 3500 figure che ne ricoprono perfino gli stipiti),  la più vecchia chiesa bulgara dedicata alla Vergine è a Bansko, villaggio inerpicato alle propaggini dei Pirin (dallo slavo Perun, lampo o tuono), monti sempre incappucciati di neve (è la stazione sciistica del paese) e che nel 1870 con novemila abitanti era popolato quanto Sofia. La chiesa protegge una icona funebre dipinta da Tomas Vishanov Molera che fondò la scuola pittorica locale operosa con successo anche a Monte Athos e Rila.

Sopra corridoio afferscato monastero di Rila e a destra Pope a Rila.
Sotto monastero di Rila


 

Verso i confini con la Grecia e la neoeletta Repubblica di Macedonia del Nord a sette chilometri dal borgo di Melnik il monastero di Rohzen venne frequentato dai ribelli dell’Organizzazione Rivoluzionaria Macedone che dedicarono la loro vita alla liberazione di quest’area dal giogo bulgaro (c’è la tomba del leader Yane Sandanski). Di curioso presenta dipinti murali realizzati anche nel refettorio e vetrate istoriate con motivi secolari, rare in Bulgaria. E’ a sud di Plovdiv ifnine, capoluogo della Tracia adagiato su sette colli, che sorprende il complesso monasteriale di Bačkovo fondato nel 1083 da due principi georgiani poi arruolati nell’esercito di Bisanzio: Abasius e Georgi Bakuriani. Due chiese quasi si sovrappongono: Svati Arhangeli Mihail i Gavril e Sveta Bogoridtsa.

 

Sopra e sotto Pope nel monastero di Rozhen

Quella dedicata alla Vergine è totalmente affrescata da Zaharji Zograf della scuola di  Samokov attiva durante il Revival Nazionale che operò per l’indipendenza dagli Ottomani nella metà del XIX secolo. Gli affreschi di forte gusto narrativo incorniciano una superba icona bizantina della Vergine che la leggenda attribuisce a San Luca ma che di fatto risale all’inizio del XIV secolo. Incredibile il “corpo di Dio”, lo sperticato tavolo originale in pietra del Refettorio  lungo quanto la sala medesima completamente affrescata nel Seicento con storie della Sacra Scrittura.

 

Andrea Battaglini

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DORMIRE

Nella zona dei Sette Laghi del Rila in posizione pittoresca su di un sentiero di montagna le camere semplici del rifugio Hizha Skakavitsa (Skakavitsa dolina, tel. +359882966396); vicino al monastero di Rila il Gorski Kut (bgstay.com, ss 107, n.15, tel. +3599888710348) è albergo e ristorante. A Plovdiv vicino al teatro romano confortevole e centrale lo Star Hotel Bulgaria (starhotel.bg). A Veliko Tarnovo panoramico l'Interhotel Veliko Tarnovo (interhotelvt.bg) Ad Arbanassi l'elegante Arbanassi Palace (arbanassipalace.bg) è ricavato nella spettacolare villa dell'ex premier comunista Zivkov.

 

MANGIARE

Ovunque nelle zone rurali o montane si trovano simpatiche osterie tipiche dette mehana. La cucina bulgara è genuina, varia, molto saporita e accompagnata da ottimi vini corposi (Gamza, Malnik, Panid) e da grappe profumate. Ogni famiglia, o ristorante, elabora il proprio yoghurt, anche di latte di bufala, con cui condisce alcuni dei piatti principali: il tarator a base di yoghurt, cetrioli, finocchio, noci, prezzemolo e aglio e il drob-sarna che è uno spezzatino di fegato di agnello con yoghurt, riso, sale, aceto, cipolla e pomodoro. Influenze greche e turche  nei timballi cotti al forno e in genere preparati con salsiccia Lukanka, cetrioli, pomodori, formaggio di capra fresco, peperoni piccanti e uova. In autunno ottima la selvaggina.

 

MERCATI  Imperdibili i mercati mattutini di frutta e verdura che colorano città e villaggi con piramidi di pomodori, cetrioli, cipolle, melanzane, arance e fichi: la Bulgaria è sempre stata l'orteto dell'ex Imperium sovietico.


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