CANTON TICINO 
RUMORI DI FONDO IN RUSSIA MENTRE IL PARDO MORMORA AFRICA E MAGHREB
CELEBRANDO HERMANN HESSE  MA ASPETTANDO BRUNO WALTER


Sopra : il lago di Lugano Sotto: la Lavra Alexander Nevskij a San Pietroburgo e il Cremilno a Mosca  alla cui edificazione

parteciparono maestranze e architetti ticinesi.






Sopra:  il lago di Lugano e sotto: Montagnola, casa-museo di Hermann Hesse e i suoi occhiali



Montagonola-Astano 2018-9

Si sta celebrando a Montagnola-Lugano il centenario dell'arrivo di Hermann Hesse nell'estate del 1919 in Canton Ticino, sua patria adottiva dove morì. Uno scrittore forse sopravvalutato che ricevette il Nobel per la Letteratura più per il suo impegno  pacifista  ante-litteram che per la redazione del vendutissimo  "Siddhartha" (1922) e poi del meno fortunato "Narciso e Boccadoro" (1930). A proposito di centenari Montagnola non deve dimenticare però che sempre nel cimitero della chiesa di Sant'Abbondio, annunciata da filari di pioppi in stile Bolgheri, di fianco alla tomba di Hesse è sepolto uno dei più grandi  e lucidi interpreti di Beethoven Ludovico Van  - di cui tra l'altro si sta (in Austria come in Germania) per celebrare il duecentesimo della morte -: Bruno Walter. Entrambi  sono tumulati proprio ai margini dei luoghi che onorano e richiamano la memoria dei prolifici architetti ticinesi profughi in Russia nel Sette e Ottocento.

L'architettura pietroburghese del XVIII e XIX secolo infatti, c'est à dire la quinta teatrale leziosa e sfarzosa come un servizio di porcellane Lomonosov per cui la città è nota,  borbotta ancora degli architetti, stuccatori e decoratori ticinesi. O, meglio, "russa" cioé fa rumore con un brusio di fondo,  visivo ovviamente: dalla fortezza di Pietro e Paolo alla Lavra Alexander Nevskij  di Domenico Trezzini (mentre il figlio Giuseppe partecipò al rifacimento del Bolshoj e alla costruzione del Mariinskij-Kirov a Peter) o alla torre Menšikov di Domenico Rusca e Galezzo Quadri. E così quella moscovita. Le maestranze pietraie lombardo-ticinesi (tra cui Pietro Antonio Solari) furono presenti già alla costruzione del Cremlino nel 1489.

   
Sopra e sotto: Astano


Per non dire della gorod postnapoleonica, perché la capitale venne infiammata per non cadere in mano al nano imperatore come lenočka rammenta a dismisura in "Guerra e Pace". E quella odessita? Pure. Emula di Pietro il Grande e voluta a un secolo di distanza dalla fondazione della finestra sul Baltico dalla volitiva e pingue Caterina II per creare uno scorcio marino ma  operativo sul Mar Nero, la città di Babel' proprio  non ostenta vistosamente l'abilità delle maestranze ticinesi - all'epoca ancora  assai richieste in Russia -  ma  singhiozza  comunque l'estro  decorativo e architettonico made in Canton Ticino. E non a caso.

 

Sopra e sotto Astano, patria di Trezzini. Sopra a destra bookcrossing a Locarno

Per "fotografare" la guerra di Crimea, dove davvero si cimentarono i primi fotoreporter con tanto di camere oscure ambulanti al seguito, i franco-piemontesi impegnati nello sforzo bellico richiesero perfino l'intervento del pittore luganese Carlo Bossoli che dal 1820 al 1840 aveva soggiornato a Odessa presso la principessa Vorontzov (quella del palazzo dei leoni immortalati da Ejsenstejn di fianco alla scalinata più famosa della storia ne "La Corazzata Potemkin"). A proposito: fu sempre ticinese, Ivan Bianchi, uno dei primi fotografi a  friserizzare le architetture di San Pietroburgo  nella seconda metà del XIX secolo, dal 1852 in poi.

Sopra e sotto : paliotto e capitello nella chiesa di Santa Maria Assunta a Locarno

Sopra  Locarno, affresco di Orelli a Locarno nella chiesa San Francesco e sotto Casa Rusca-Museo


Dunque si potrebbe ipotizzare che a Carona (Pietro Antonio Solari), Agno (Luigi Rusca), Astano (Domenico Trezzini), Montagnola (Domenico Gilardi e Agostino Camuzzi autori della villa che oggi in parte  alberga il museo Hermann Hesse), Meride (gli Oldelli), Mendrisio (Luigi Ferrazzini), e cioé  nei borghi natali  delle abili maestranze prestate alla corti zariste da quella di  Ivan III a quella di  Caterina II via Pietro il Grande, prorompano palazzi, chiese, facciate, stucchi e decorazioni d'autore. Invece, purtroppo, poco; ma non sono assenti. E sono comunque abitati che sorprendono perché preziosi e sinceri.


Sopra: dalla casa museo di Hesse a Montagnola. Sotto: cimitero di Sant'Abbondio a Montagnola dove sono sepolti sia Hermman Hesse che Bruno Walter

Sopra e sotto (due): tombe a Montagnola di H.Hesse e B.Walter





sopra: vecchie insegne ad Astano e sotto: verso il Sopraceneri;


Sonnecchiano un po', isolati e rassicuranti, anche in agosto quando il cantone è preso d'assalto da oltralpe e dai cinefili appassionati frequentatori del Locarno Film Festival



  

Sopra eSopra a destra bookcrossing a Locarno

Che la location del Pardo Film  Festival affascini oggi ancor più che nel 1913 quando la guida turistico-ferroviaria Bradshaw definiva Locarno "una indaffarata e dinamica  piccola città dal carattere italiano meravigliosamente situata sulla sponda settentrionale del Lago Maggiore" è fuori discussione. Bastano Piazza Grande, la cas-museo Rusca e gli interni affrescati delle chiesedi San Francesco e Santa Maria Assunta, oltre al poderoso castello visconteo continuamente ristrutturato a dovere, a dimostrarlo.

Che - posto che oggi ci sono in Europa più festival cinematografici che nuove pellicole - che alcuni dei 33 film in concorso (tra Internazionale e Cineasti del Presente)  come per le passate edizioni non deluderanno le aspettative di cinefili e turisti è altrettanto scontato.

Quello che però sorprende dell'impostazione della nuova direttrice svizzera Lili Hinstin è  l'annullamento dell'annunciata  (in autunno)   retrospettiva di 45 film del maestro della commedia  Blake Edwards sostituita con Black Light, un'affastellata  kermesse sul cinema "nero" e "razziale" (pellicole dagli anni Venti a oggi, da Robert Wise a Spike Lee) che ha davvero ben poco di filologico e rigoroso: come presentare storici film su Dio e l'Uomo, l'Inferno e il Paradiso. E ciò per mantenere un fil rouge, un po' dimenticato dal precedente direttore Carlo Chatrian secondo la Histin, in tutte le sezioni del festival poiché diverse opere prime e anteprime in concorso e in Piazza Grande raccontano, sulla scia del consolidato Festival del film Francofono di Namur, Africa, Maghreb o sud-est asiatico. Insomma con scaltrezza, e strizzando l'occhio ai "più giovani" come nelle Biennali d'Arte, pare si segua il  mainstream del concettual-sociale, dell'emigrazione, dei profughi, delle razze. Già. Infatti, sperando di attirare ragazzi "di tendenza" anche dall'Italia Settentrionale ecco l'offerta per gli studenti a 100 franchi dell'abbonamento valido per la durata del festival che quest'anno si srotola dal 7 al 17 agosto e la creazione della sezione Crazy Midnight con film proiettati in Piazza Grande dopo mezzanotte. Lodevole; ma in ogni caso il costo della sopravvivenza festivaliera a Locarno è oneroso comunque, visto che anche un'insalatina  precondita e premasticata nei supermercati della Coop raggiunge cifre proibitive e non solo per le tasche italiche. Per non dire dell'ospitalità. Pas de problème: alle tre del mattino si potranno stendere chinchorros artigliandoli alle sedie mobili giustapposte in Piazza Grande.

Che la location del Pardo Film  Festival affascini oggi ancor più che nel 1913 quando la guida turistico-ferroviaria Bradshaw definiva Locarno "una indaffarata e dinamica  piccola città dal carattere italiano meravigliosamente situata sulla sponda settentrionale del Lago Maggiore" è fuori discussione. A dimostrarlo bastano Piazza Grande, la casa-museo Rusca (durante il Pardo ospiterà la mostra dello spagnolo Manolo Valdés), gli interni affrescati delle chiese di San Francesco e Santa Maria Assunta oltre al poderoso castello visconteo continuamente ristrutturato a dovere. 


Che - posto che oggi ci sono in Europa più festival cinematografici che nuove pellicole analogiche o digitali - qualcuno dei 33 film in concorso (tra Internazionale e Cineasti del Presente)  come per le passate edizioni non deluderà le aspettative di cinefili e turisti è altrettanto scontato.

  


Quello che però sorprende dell'impostazione della nuova direttrice svizzera Lili Hinstin è l'annullamento dell'annunciata  e strombazzata (in autunno)  retrospettiva di 45 film del maestro della commedia Blake Edwards sostituita con "Black Light", un'affastellata  kermesse sul cinema "nero" e "razziale" (pellicole dagli anni Venti a oggi, da Robert Wise a Spike Lee) che ha davvero ben poco di filologico e rigoroso: come presentare storici, blasonati ma por suerte anche ignoti film sul tema  Dio e l'Uomo, l'Inferno e il Paradiso. E ciò per mantenere un fil rouge, un po' dimenticato dal precedente direttore Carlo Chatrian secondo la Histin, in tutte le sezioni del festival poiché diverse opere prime e anteprime in concorso e in Piazza Grande raccontano - sulla scia del consolidato Festival del Film Francofono di Namur - Africa, Maghreb e, questo in vero lasciamo il merito al Pardo a Locarno,  sud-est asiatico. Insomma con scaltrezza e strizzando l'occhio ai "più giovani" come nelle seriali  Biennali d'Arte, pare si segua il mainstream del concettual-sociale, dell'emigrazione, dei profughi, delle razze. Già: sempre tra tanti qualcuno eccelle. 


Infatti, sperando di attirare ragazzi "di tendenza" pure dall'Italia Settentrionale, ecco l'offerta per gli studenti a 100 franchi  di un abbonamento valido per la durata del festival che quest'anno si srotola dal 7 al 17 agosto e anche la creazione della sezione "Crazy Midnight" con film proiettati in Piazza Grande dopo mezzanotte. Lodevole iniziativa; ma dimentica in ogni caso che il costo della sopravvivenza festivaliera a Locarno è oneroso comunque, visto che anche una insalatina precondita e premasticata nei supermercati della Coop raggiunge cifre proibitive non solo per le tasche italiche. Per non dire dell'ospitalità. Pas de problème: alle tre del mattino si potranno stendere chinchorrosartigliandoli alle sedie mobili giustapposte in Piazza Grande. Sperando che le nubi oscure, in agosto immancabili nel Sopraceneri, non siringhino troppo. Auguri e viva il Pardo anyway.

E' proprio per staccare dall'impegnativa visione di almeno  3 o 4 film giornalieri e dalla folla che nutre la sera la piazza Grande dove si proiettano i film sul più esteso schermo del continente  che Astano, Meride o Carona possono diventare una base rilassante dove svegliarsi e  ambulare tra intrecci austeri di mute stradine   acciottolate  anche se ormai  Carona, sempre pacata e dalla vista memorabile sul lago, è fin troppo nota e Mendrisio, per decadi defilata, con la Università di architettura&design made in Botta si è data un irrefrenabile e smisurato slancio culturale (le mostre del Museo d'Arte lasciano a desiderare e il percorso museale è sempre incasinato).


Sopra e sotto: tre momenti della piazza Grande a Locarno durnate il pardo festival. In alto omaggio ad Alain Delon.


Tutti i piccoli borghi, o quasi, presentano un canovaccio rinascimentale e, Mendrisio esclusa, sovente ancora concretato in pietra: comunque restano defilati, isolati nei boschi cedui e sempre avvolti dal silenzio. Villaggi perfettamente conservati esuli però da quella patina artificiale che, ad esempio, caratterizza certi villaggi medioevali tirati a lucido - pur sempre suggestivi - della Provenza. Nelle chiese ticinesi tra l'altro, più o meno barocchizzate, da non predere mai i paliotti: magnifici.


sopra: vecchie insegne ad Astano

Immancabile ad Astano, annunciato dalla chiesa seicentesca di San Pietro a Paolo dove ammiccano i marmi policromi dell'altare barocco , il minuto reticolo urbano segnato da insegne d'antan, tetti in piode e case del XVII secolo che conservano storici camini in pietra e mobili antichi in legno di melo come la casa Kradolfer o la ca' da Roma. Simile struttura ha nel mendrisiotto  Meride dove abita uno dei migliori graphic-designer viventi, allievo di Max Huber e ultimo pupillo dello studio Boggeri: Bruno Monguzzi. Meride è un gioiello. Un francobollo di terra elaborata dall'uomo che nulla ha tolto alla natura lussureggiante dei dintorni dove si acquatta nascosto anche uno storico crotto. San Silvestro sedimenta su di un antico castello mentre le colonne del portico poggiano su capitelli capovolti; la casa Oldelli (maestri fuggitivi in Russia) ostenta una curiosa balaustra barocca in pietra di Viggiù e la casa Peverelli è un tripudio di fregi stemmi ed epigrafi.

Sopra hall dell'albergo  Villa Carona a Carona

 


sopra : vista del lago di Lugano e sotto Astano nel verde


sotto: vista di Montagnola dal basso (scuola internazionale)

Nella blasonata collina d'oro di Montagnola  la casa-museo di Hermann Hesse, ricavata nella Torre Camuzzi, ricorda dunque l'omonimo architetto Agostino che a Pietroburgo dal 1828 al 1854 elaborò prospetti "frontonati" di sapore ogivale e riscoperte eleganze settecentesche. Storie curiose di antica memoria.


Andrea Elvezio Battaglini



INFO

myswitzerland.com

ticino.ch

Per il Festival del cinema di Locarno: locarnofestival.ch

 

ARRIVARE

In auto. Lungo l’A9 fino a Chiasso poi lungo la E35 fino a Mendrsio per Meride, a Lugano per Carona e Astano e Bellinzona per Locarno che si raggiunge poi  con la statale 13 che porta appunto a Locarno e Ascona. Da Milano a Lugano sono 80 km, a Locarno 120 di cui 89 su strade veloci.

In aereo da Roma Fiumicino all’aeroporto di Lugano-Agno con swiss.com



DORMIRE

Per Locarno e il "pardofestival": ricavato in un palazzetto storico di Giubiasco, più o meno a metà strada tra Bellinzona e Locarno,  di charme La Tureta (latureta.ch). Funzionale e in posizione strategica il postmoderno Cereda di Sementina (tehotelcereda.ch). Ad Astano familiare e di antico charme , frequentato da habituées, l'Albergo della Posta  (posta-astano.ch). A Carona delizioso l'Hotel Villa  Carona ( villacarona.it) con ottimo ristorante di cucina elaborata. In posizione strategica, per visitare il Sopraceneri tra Locarno e Bellinzona l'Hotel Cereda a Sementina ( hotelcereda.ch): moderno e confortevole.

Fiore all'occhiello dell'ospitalità ticinese resta comunque lo Splendide Royal di Lugano (splendide.ch) a due passi dalla chiesa di Santa Maria degli Angioli affrescata dal Luini.

Sopra: camera dell'albergo Villa Carona

MANGIARE

Tipico e rustico  il grotto Antico Fossati di Meride  (grottofossati.ch, tel.0041 (0)91  6465606.

 


Sopra: piatti elaborati al ristorante Cittadella di Locarno

Raffinata la cucina dell’Hotel La Tureta a Giubiasco (tel. 0041- (0)91-8574040). A Locarno ottimo in via Cittadella al 18 il ristorante Cittadella (tel 0041- (0)91 7515885) che prepara piatti elaborati di terra e di mare.

PANETTONI D'AUTORE

Eccellenti panettoni d'autore lievitano tutto l'anno alla pasticceria Marnin di Locarno in piazza S. Antonio. La passione  l'abilità dello chef pasticciere per il tipico dolce lombardo non hanno uguali nemmeno nel milanese.

marnin.ch




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