Sopra in alto: matassa fili chaguar colorati per tessere da maestra Wichi.
Sopra francobollo del bosco Impenetrable,
insetricabile.
Chaco
Impenetrable settembre 2018 E’
emozionante il Chaco, che significa “casa recintata” o
“luogo di caccia” in guaraní,
e barbaro
l’imprevedibile Impenetrable.
“Barbaro” è
un aggettivo usato spesso dagli argentini che ne
valorizzano correttamente il significato etimologico di
“nuovo”, “diverso” e per estensione “originale”. E
infatti è unico al mondo l’immenso bosco nativo che
ricopre a ovest del Paraná oltre un milione di ettari
segnando la provincia del Chaco, sfiorando quella di
Formosa e aggrovigliando un angolo della provincia di
Santiago del Estero. Ed è davvero impenetrabile non solo
per l’inestricabilità di fitti arbusti spinosi e
pervicaci alberi ad alto fusto che creano muri
invincibili al passo umano, ma per la siccità e
l’assenza di acqua
dovuta al calore - che oscilla da 30° ai 50° -
storicamente sopportato solo dagli indigeni di etnia qom
e wichi.
Fino alla fine dell’Ottocento costituiva una terra nondum cognita, conosciuta solo agli animali che la popolavano, per fortuna, indisturbati. Una fauna davvero esclusiva tra cui figura oltre al puma riscontrabile “ovunque” nelle Ande, anche il mitico yaguareté che però non lo hanno più avvistato recentemente perché, considerando che con passo felpato il giaguaro percorre migliaia di chilometri all’anno, è probabile che sia spesso in ferie altrove. Invece, e altrettanto rari, accertati il tatú carreta, un armadillo che qui raggiunge dimensioni impensabili (anche un metro e mezzo di lunghezza); il mono carayá negra, scimmia nera casinista e dispettosa; l’aguara gauzú, un canide dalle abitudini curiose; il guazuncho che è una specie di elegante daino; il tapiro; l’oso hormiguero detto anche oso bandera che, pigro e pacifico, ha un simpatico muso all’ingiù e che che si nutre di termiti; il yacaré overo (caimano) e decine di serpenti tra cui il velenoso coral e il temuto yararà de la cruz (serpente a sonagli argentino) oltre a 163 specie di uccelli tra cui la simpatica e curiosa chuna de patas negras, l’aquila incoronata, lo juventino jabirú dal collo gonfio (bianco e nero) e lo scricciolo tordo.
Guazuncho Altrettanto
desueta
la flora, preziosa e da sempre sempre ambita e
“rubata” per ricavarne legname e mobili di lusso, che
di fatto è un manuale di botanica a cielo aperto: due
specie di cactus, uno gigantesco a candelabro e uno
piccolo detto ucle;
il gonfio palo borracho (ubriaco) dal tronco bombato di dimensioni impensabili
e dai fiori bianchi o color crema simili a batuffoli;
il quebracho
blanco dalla corteccia grigio-gialla che termina
in spine e che gli indios utilizzano per le sue
proprietà simili a quelle del chinino; il quebracho
colorado che raggiunge un metro di diametro e 24
metri di altezza e che
contiene un 30% di tannino ed è di una
durezza estrema con l’anima color rosso-arancio; il
leggendario e coriaceo palo
santo usato dagli indios per costruire
recipienti per il mate; il caranday
o palma nera, il lapacho
negro, l’urunday,
l’algarrobo blanco e negro
indispensabili alla comunità wichi
che lo utilizza come combustibile e i suoi semi come
foraggio per il bestiame (muli e poche magre vacche);
il pericoloso espina
corona dagli aculei poderosi che difendono il
tronco dalle unghie degli animali qui davvero
selvaggi. Tra la macchia irrompe infine dil chaguar
che simile alla yucca viene utilizzato dalle donne
wichi per intrecciare borse e tracolle.
Sopra
una delle duecento specie di uccelli dell'Impnetrable Por suerte
questa regione subtropicale è protetta da ordinamenti
territoriali per la produzione sostenibile e la
conservazione della biodiversità: meta ideale per
avventurieri naturalisti, zoologi, botanici o biologi;
meno adatta ai turisti sprovveduti. E’ poi parca di
infrastrutture, ma proprio per questo autentica ed
economica anche perché purtroppo è l’aerea più povera
dell’Argentina. “Lasciate
ogni
speranza o voi che entrate”; e se ci riuscite…
perché il “Duca” qui non si incontra mai! Sopra Yacaré
L’ultimo
nato
tra i parchi e le riserve protette voluto con tenacia
da Adrián Contreras coordinatore del masterplan, è
il Parque Nacional El Impenetrable ritagliato nel
“Chaco seco pero mas húmedo” bagnato
dai due fiumi che lo delimitano a nord e a
sud, il Bermejo e il Bermejito (quest’ultimo si può
navigare in canoa rivolgendosi a Raul Palavicino tel.
3644445679) e
conquistato da paludi e stagni
bordeggiati da papiri (piri) e pahuajó
che incorniciano galleggianti
camalotes
(grandi foglie del
flor de
irupé simili a verdi LP)
e che
dissetano una fauna
incredibile sorvolata da maestosi volatili.
Sopra
Palo Borracho fiori e frutti Ai
due ingressi del nuovo parco, La Armonia e Nueva
Población, hanno
appena finito di costruire due rifugi (rifugios
de
monte) con 16 posti letto ciascuno ideali per
soggiornare e avere così più probabilità di avvistare
verso sera gli animali mentre attraversano i sentieri
in quanto come si inoltrano nel bosco è impossibile
seguirli (non si può avanzare neanche di 20 centimetri
tanto è fitto, inestricabile e spinoso
l’Impenetrable). Hanno poi liberato un sentiero di
circa 35 km e largo 4 metri - transitabile a piedi o
in 4x4 e con alcune postazioni di avvistamento - che
raggiunge il confine, segnato dal corso del fiume
Bermejo/Pilcomayo, con la provincia di Formosa (di cui
merita vedere la meravigliosa e più attrezzata palude
del Bagnado La Estrella). Il percorso è snodato anche
in quella che fu un’estancia di 100.000 ettari (la
Fidelidad) di proprietà di due friulani, i coniugi
Roseo.
Sopra
Cactus, due tipi Immigrati
nel dopoguerra per falsa comunicazione del governo
argentino, ovvero convinti di poter praticare una
attività agropecuaria come nella Pampa cosa impossibile nel cuore
dell’Impenetrable a loro sconosciuto, Manuel Roseo è
stato assassinato nel 2011 perché, pare, ritroso a
svendere il campo impraticabile in suo possesso. Oggi
il casco (cuore
abitativo dell’estancia),
scarruffato ma fascinoso, è ancora sotto sequestro per
le indagini. Ci sono altre due Riserve Provinciali nel
Chaco Seco che
valgono la visita: Fuerte Esperanza e Loro Hablador;
sono piccole ma attraversate da sentieri attrezzati
percorribili a piedi in un paio di ore. Custodite da
abili e appassionati guarda parchi o guardie
forestali, in genere sono accessibili durante le ore
di luce. La meraviglia dell’Impenetrable è provocata
dal silenzio
assoluto e assordante che lo avvolge .
Sopra Jote Cabeza Amarilla
Nell’Impenetrable
chaqueño,
soprattutto nei pressi del rio Pilcomayo, si
concentrano le
riserve delle etnie qom
o tobas (=
fronte) della famiglia guaycurú e wichi o matacos (=
animali), che,
dedite a un artigianato di pregio oggi molto ambito da
stilisti e creativi porteños
come Ricky Sarkany, hanno
offerto non pochi spunti alle analisi di antropologi e
sociologi: l’integrazione
con i criollos
è difficile, comunque ancora in
fieri.
Sopra
fle etnie qom e wichi lavorano chaguar
Quello
dell’indigenismo
è difatti un affare “muy complicado” (altra
definizione usata e abusata): sia il governo che la
provincia assieme ad alcune istituzioni internazionali
hanno stanziato fondi per l’inserimento, l’educazione
scolastica e
dunque l’integrazione delle comunità qom
e wichi (circa 80mila ex cacciatori, pescatori e coltivatori) dei
villaggi Nueva Pompeya, Miraflores, El Sauzalito,
Fuerte Esperanza
e Castelli isolati ai margini dei boschi
impenetrabili; ma per decadi i governatori sia del
Chaco che della confinante Formosa, veri caudillos
di antica memoria, non
hanno mai brillato per onestà e sovente i denari sono
stati “deviati” altrove con il pretesto, anche e
purtroppo veritiero, della disoccupazione generale,
della mancanza di attività industriali redditizie e
infine della diffusa povertà regionale sia dei
criollos
che degli eredi di quella che fu chiamata la
“Colonia Elisa” formata da “uomini di buona volontà”
chiamati dai governi argentini e sostenuta da
filantropi di ogni paese dell’Europa orientale
e cioè da immigrati ucraini,
cecoslovacchi,
polacchi e austriaci poi stanziati nel sud-est chaqueño.
Sopra
rio Bermejito Oggi
quelli che furono gli estesi campi di cotone coltivati
nei pressi della capitale Resistencia (uno dei più
importanti industriali all’inizio del Novecento fu
proprio l’italiano Barolo artefice dell’omonimo
Palazzo Barolo in Buenos Aires) sono stati trasformati
in agrumeti o campi di soia che impoveriscono vieppiù
il terreno. Favolosa
comunque
nel Chaco è l’affabilità degli abitanti. Cortesia
manifestata forse perché pochi e indispensabili, forse
perché gente humilde (povera ma non indigente a esclusione degli indios) e forse
perché - interprete istintiva - per contrappunto alle
difficoltà economiche riesce a essere e pensare
positivamente.
Sopra riserva Nueva Esperanza
INFO
Info
parco:
impenetrableparquenacional.org. I parchi e le riserve
“biodiverse” del Chaco
sono in genere aperte dalle 07 alle 19
(meglio informarsi sul web) ARRIVARE In
aereo
da Buenos Aires (con alitalia.com. aerolineas.com.ar aireuropa.com)
a Resistencia con voli giornalieri di
Aerolineas e Austral (1,40 h). In
micro/bus
dal Retiro sono 12/15 ore di viaggio e da Posadas
circa 4,5/5 ore. Conviene
visitare
l’Impenetrable con un locale perché
in
caso di acquazzoni e tormente le strade sconnesse e in
terra battuta intorno al parco e alle riserve
diventano quasi impraticabili. Ci sono micro/bus che
dalla capitale del Chaco Resistencia (Terminal de
Omnibus in Malvinas y MacLean a 4 km dalla piazza
principale 25 de Mayo) arrivano in circa 5 ore a
Castelli e Miraflores ultimi avamposti raggiunti dalla
strada asfaltata;
ma da qui al parco dell’Impenetrable solo con
remis (auto con autista) o improbabili taxi. DORMIRE/MANGIARE In
alternativa
ai due nuovi “rifugi del monte”, prenotabili presso
quello che sarà il centro informazioni del nuovo parco
a Castelli (impenetrableparquenacional.org), si
può dormire e mangiare a Misión Nueva Pompeya colonia
di 4000 abitanti di cui 2500 indios dove i bancomat
parlano in wichi perché gli adulti indigeni, abili
artigiani, non sanno leggere oppure a Castelli.
Entrambi distano ad almeno 1/1,5 h di distanza dalle
riserve (dipende dalle condizioni delle strade
sterrate). Hotel
Florencia
Sa Avenida
San
Martin 80, Juan José Castelli, tel. 03732 471426.
Semplice, pulito. A due passi c’è la taverna/parilla
Dyonis in dr. Horacio Vazquez, la migliore della
cittadina Parador
Don
Pichon Misión
Nueva
Pompeya, guiahoteleraargentina.com, tel.
03715 15617565. Spartano e pratico e senza
alternative. ARTIGIANATO
QOM
E WICHI
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