DOVE
VAI?
VAL D’ILLASI/TRAMIGNA
LO SCONFINATO
GIARDINO DEI CILIEGI
Senza Čechov. E’ un angolo di Giappone nel
veronese. Oltre venticinque chilometri di ciliegi in fiore che
orchestrano tra marzo e aprile una morbida, bicroma e fugace
sinfonia floreale. Un ondulato mare
mosso color panna, macchiato di verde, dove galleggiano poche
case pallide, sconosciute chiesette romaniche e steli di
pietra rosata e sapore cimbro e gaelico.
Quello primaverile delle valli d’Illasi e Tramigna
è un poetico e onirico scenario in probabile via d’estinzione.
La manuale raccolta delle grasse “more di Cazzano” e dei
celebri “duroni”, blasonate ciliegie richiestissime anche
oltralpe, è infatti oramai una fatica poco amata e scarsamente
redditizia per quel pugno di anime locali che ancora la
pratica. “Meglio coltivare l’ulivo e la vite piuttosto che
arrampicarsi tra i rami per raccogliere al più venti chili al
giorno di ciliegie scampate ai capricci del cielo e della
grandine” dicono i contadini che a giugno si incontrano ai
mercati di Illasi e Cazzano pesando le cassette gonfie di
frutti rossi, grandi, dolci e lucidi come biglie. E così, alle
propaggini dei monti Lessini, già spuntano nell’infinito
“giardino dei ciliegi” prepotenti macchie di Valpolicella e
Soave DOC.
Per ora tuttavia la magica fioritura continua a incorniciare nella Val d’Illasi ville d’autore, come la seicentesca Sagramoso circondata da un parco secolare e la palladiana Carlotti-Perez-Pompei, e nella Val Tramigna sbiadite fattorie e sperdute o dimenticate chiesette come l’affrescata pieve romanica di San Pietro a Cazzano (XII secolo) o quella, più strutturata, di San Colombano (XVI sec.). Memorie che disegnano un angolo d’Italia da non perdere, un francobollo di natura intatta che stride con la vicina e trafficata asse industriale tracciata lungo la statale Verona-Vicenza.
Sopra e sotto: villa Sagramoso
Risalendo poi le valli in fiore verso l’altopiano
della Lessinia i pendii d’acchito si spogliano denudando il
territorio che in quota è caratterizzato da ampi pascoli
geometricamente scanditi da muretti di pietra rosa, quella
pietra di Prun con cui fu in buona parte edificata Verona. Sopra e seguente: Lessinia
Assieme
a
steli che richiamano le croci celtiche, qui astratte
espressioni di scultura popolare a sfondo religioso, e alle
antiche ghiacciaie circolari (le giassare che fino
alla prima guerra mondiale furono i frigoriferi dei veronesi)
le lastre rosate modellano un paesaggio arcano. Più secco di
quello che a meridione esplode nel “giardino dei ciliegi” ma
altrettanto suggestivo e raro.
Come
le
dita di una mano rocciosa le valli dei Monti Lessini si
allungano fino a sfiorare Verona. Paradiso in inverno dei
fondisti e in estate dei patiti di trekking veronesi,
l'altopiano che incornicia i villaggi di Molina, Bolca,
S. Anna d'Alfaedo e Bosco Chiesanuova, ricorda gli
angoli più selvaggi d'Irlanda.
Uno scenario caratterizzato da poche e sparse case in
pietra rosa, capolavori d'architettura popolare, che
sembrano magici castelli di carte da gioco: con le loro ombre
e le ruvide forme esprimono al tempo stesso incertezza
e solidità,
semplicità e ingegno. In questi luoghi, abitati dai Cimbri e
già decantati da Tacito,
regna il silenzio tipico delle alte vette.
La quiete è rotta soltanto
dalle sporadiche gnoccolate
a base di gnocchi di farina, soppressa
e Valpolicella che vivacizzano durante i weekend le baite più
nascoste. Chi non è allenato per lunghe escursioni, può
girare nella Valle del Chiampo alla ricerca delle
originalissime colonnette di pietra, con la sagoma a
pilastrino e sormontate da capannine, che sono le storiche
testimonianze del popolo Cimbro.
Richiamano per la forma le steli irlandesi. Andrea
Battaglini INFO turismoverona.eu magicoveneto.it illasi.it ARRIVARE Da Verona sono
35 km circa a Illasi e Cazzano di Tramigna: 40 minuti di auto
lungo la statale n°11 che conduce a Caldiero e Soave fino a
Colognola ai Colli e
poi per la provinciale n° 37A. DORMIRE Tra i
pochissimi nelle valli che anticipano il Parco Naturale
Regionale della Lessinia,
accogliente l'albergo di Bosco
Chiesanuova "Piccola Mantova" (hotelpiccolamantova.it) che
propone anche una saporita cucina locale. MANGIARE A pochi
chilometri dalla Valpolicella, raggiunta la località
di Proale immersa tra ciliegi e vigne,
l’osteria “Alla
Ruota” (trattoriallaruota.it, Mazzano, Negrar, via Proale 6,
tel. 045 7525605). Assai affollata la domenica a pranzo,
merita la visita per la simpatica gestione familiare e per i
sostanziosi piatti tipici che spaziano dai ravioloni di rape
rosse al maialetto con le mele, dallo spezzatino di asino al
rotolo di cappone con la ricotta.
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