NAMUR MON AMOUR: UNA CAPITALE CHE HA NUMERI

by Andrea Battaglini - Elisabetta Bagliani


Sopra : la Sambre Sotto: i sotterranei della Ciatdelle.


Sopra: Djoseph et Francwés


Namur marzo 2019


"Chi va piano va sano e va lontano" sembrano ricordare Djoseph et Françwés, personaggi fumettistici disegnati nel secondo dopoguerra da Jean Legrand  e fusi in bronzo nel 2000 nella Place d'Armes : il primo tiene alle briglie una lumaca affinché non corra troppo incontro a una sua gemella  ingabbiata dall'amico per evitare fughe impreviste. Un'opera assai popolare e simpatica che richiama la vetusta nomea di capitale  lenta e sonnacchiosa perché Namur forse in passato lo è anche stata. Oggi la  capitale della Vallonia è flemmatica e amicale - ci si sente davvero in pantofole per quella elegante semplicità ovunque manifesta e altrove difficile a trovarsi- e soprattutto culturalmente vivace. Si prende solo i suoi tempi fuori dal mainstream marketing oriented.





Sopra veduta del quartiere storico  e della Sombre e scultura Searching for Utopia di Jan Fabre

Sulle numerose grandi opere in corso - dalla nuova stazione ferroviaria multimediale alla ristrutturazione del quartiere Léopold, dal ripristino della gloriosa teleferica  cucita dal centro alla citadelle fortificata all'Espace Rogierche ingloberà un conservatorio e una sala spettacolo di 800 posti,  nessuno giura sulle date di consegna e di fine lavori ma tutti sanno che la città all'incrocio della Mosa e della Sambre ( circa centomila anime di cui seimila universitari - ambita la  facoltà di legge) opera seriamente: con pacatezza, senza isteriche frenesie.



Sopra: durante uno dei tanti assedi della Citadelle e la città durante i bombardamenti della II WW


In fondo: la scultura dorata di Jan Fabre "Searching for Utopia" vigilante dal 2015 sulla città dall'alto della Citadelle - che resta l'impressionante e arcigna fortezza  ripensata da Vauban e battezzata da Napoleone il "Termitaio d'Europa" per i suoi chilometrici sotterranei oggi illuminati da video  e installazioni fosforescenti - non è forse una luccicante tartaruga gigante cavalcata da un jeune homme e imbrigliata a dovere?



Sopra: la città durante l'occupazione nazista



Sopra: i sotterranei della Citadelle

E di istanze utopiche e visionarie il  FIFF, settembrino Festival Internazionale del Film Francofono,  ne presenta tante. " Ha compiuto 34 anni" dice il coordinatore della programmazione Hervé Le Phuez " e anche in joint-venture con San Sebastian, Toronto e Locarno proietta in anteprima autori e cinematografie desuete in Europa che illustrano le novità del cinema francofono nella sua globalità con lunghi e cortometraggi di registi del Canada o del Magreb (Algeria, Tunisia, Marocco), del Libano e dell'Egitto, dell'Africa subsahariana (Burkina-Faso, Senegal, Costa d'Avorio), della Romania, Bulgaria e della Grecia da sempre legate alla Francia per co-produzioni o del Vietnam, della Cambogia e del Laos: dunque non solo film di giovani  belgi emuli dei fratelli Dardenne".

 


Sopra: la piazza des Armes dove si svolge il FIFF e sotto film libanese presentato nel 2018



Sopra una delle duecento specie di uccelli dell'Impnetrable

E tutto con proiezioni sia della competizione internazionale - composta in genere da 13-14 pellicole - sia delle Opere Prime e della Retrospettiva offerte a prezzi davvero accessibili (il costo dei biglietti si aggira intorno ai 4,50 euro, ndr) in modo da non coinvolgere soltanto cinefili, addetti ai lavori e/o giurie. "Non è un festival creato per esaltare la francofonia in se medesima; se mai, nato negli anni Ottanta del secolo scorso, con lo scopo di arginare la prepotenza commerciale del cinema americano" precisa Hervé.



Sopra: microscultura del catalano Issac Cordal


Sopra e sotto: Museo del computer Nam-IP e fondatore il monaco-informatico Ferdinand Poswick


Insomma il FIFF è un festival solido come una piramide anzi, come le colonne cerchiate e ingabbiate che scandiscono facciata e navate della  chiesa gesuitica di Saint-Loup, originale  ed elegante esempio del barocco vallone. San Lupo, dove Baudelaire conferenziere in visita nel 1866 ebbe un attacco cardiaco, è l'architettonica presenza cattolica più evidente dell'arzigogolato centro storico un tempo abbracciato da tre giri di mura assieme all'austera cattedrale di Saint-Auban il cui scuro pulpito ligneo, stracarico di putti e di angeli esuberanti che svolazzano tra gli ariosi intonaci grigi dell'ampio involucro,   d'acchito calamita lo sguardo  ancor più delle volte del transetto.


Sopra a sinistra: interni chiesa di San Lupo

    
Sopra a sinistra: interni chiesa di San Lupo; a destra: vicolo del quartiere antico  e, sotto, la cattedrale di Saint Aubain


Forse meno popolare del FIFF ma altrettanto curioso il novembrino KIKK, Festival Internazionale di Cultura e Creatività Digitali dove da 8 anni si esibiscono artisti e designer con performances elettroniche e informatiche che invadono la città come le  45 sculture miniaturizzate di Isaac Cordal (15 cm) giustapposte en plein air nei cornicioni, nelle finestre e negli angoli remoti della facciate. Il KIKK è  organizzato a Namur  non a caso visto che oltre la Citadelle fortificata  si acquatta in un ex campo polisportivo l'unico museo dell'Europa nord-occidentale dedicato alla storia del computer e dell'informatica: il NAM-IP. Che ha alle spalle una bella evoluzione raccontata  con entusiasmo  dal fondatore e direttore di uno dei pochi musei del computer europei: Ferdinand Poswick, che è stato negli anni  Settanta ingegnere informatico di successo ma anche monaco benedettino.


Sopra facciata museo illustratore erotico Rops amico di Baudelaire

Strano? Normale in Vallonia dove  dunque  l'abito  ha sempre fatto non soltanto il monaco ma pure il creativo: di ottime birre come di sistemi numerico-binari. E' interessante sia per i profani che per gli esperti di "sistemi zero-uno, spento-acceso". Riunisce 300 pezzi rari, raccolti da tre collezionisti, che narrano la storia dei calcolatori dagli anni '50/'60 a oggi, dalle macchine meccanografiche  Bull  ai pezzi e alla maquette originale del "Gamma 60"che "fu il primo centro belga della compagnia telefonica Proximus  i cui abnormi calcolatori,  allora d'avanguardia, occupavano una superficie di 100 x 600 metri quadrati ma la cui memoria  era minore di quella oggi contenuta in un microchip di qualsiasi smartphone" come spiega Ferdinand che nell'Abbaye de Maredsous fu il primo, a partire dal 1971, a "informatizzare" la Bibbia e dunque lo studio filologico della medesima; da allora la ricerca di nomi, parole, citazioni, concordanze divenne rapida ed esauriente.

Sopra: piazzetta Chanoine Descamp con vecchia telefrica che collegava il centro alla Ciatdelle. Sotto: uno dei quadri del Civetta al Museo di Arte Antica

Sotto: i tesori di di Oignes al Museo di Arte Antica; sotto: portabottiglie-frigorifero (ghiaccio)

Sotto: veduta della città vecchia e della Sambre


Sempre da un centro religioso vallone provengono invece gli ori medioevali (Trésor d'Oignes) e le sculture lignee rinascimentali  esposte nel Museo di Arte Antica assieme agli straordinari dipinti di Henri Met de Bles, paesaggista manierista a metà strada tra Bosch e Bruegel il Vecchio nato a Bouvignes  verso il 1500 ma morto a Ferrara nel 1555 e conosciuto in Italia come Il Civetta perché si firmava con un centimetro del  volatile nascosto di volta in volta nelle affollate tele singolari, fantastiche e cromaticamente vivaci. " I  suoi paesaggi apparentemente caotici e visionari" precisa il curatore del museo Julien de Vos "sono costruiti su precise diagonali ed evocano le reali falesie e gli scorci rocciosi scavati  dalla Mosa".

       

     

Sopa sx veduta del quartiere antico e a destra murales dedicato a Simenon che scrisse di Namur ne "Il Pensionante"

Resta il fatto che è inevitabile di fronte ai suoi quadri cercare, stile settimana enigmistica, la celebre ma microscopica civetta: cosa che risulta un paziente impegno ottico. Assai più facile gironzolare come fece Baudelaire anche in visita all'amico pittore erotico-caricaturista e solfuroso Félicien Rops, tra le librerie di classe e d'antiquariato (Papyrus, Librairie Ancienne, Librairie Au Vieux Quartier) e le botteghe artigianali che ammiccano nell'ingarbugliato canovaccio storico di una capitale che ha numeri. E non solo binari.  Unica concessione modaiola, di tendenza, quella alla cucina. Dovuta vista la paternità delle patite fritte, protette dall'Unesco perché - pare -  nacquero qui nel 1680 quando i fiumi Sombre e Meuse congelarono e, non potendo pescare, al posto della classica frittura ittica decisero di friggere le patate tagliate a forma di pesciolini. Leggenda o tradizione? Non importa; sono squisite.

 


Text and photos and supervision by 

Andrea Battaglini&Arch.Elisabetta Bagliani

   

Sopra: Museo di Arte Antica, bassorilievo del XII secolo e scultura lignea del XV secolo

Sopra: bici "curiosa" in una show-room di design. Per pedalare con flemma


INFO

valloniabelgioturismo.it

visitnamur.eu

museedesartsanciens.be

nam-ip.be

fiff.be

kikk.be

museerops.be

ARRIVARE

In aereo e treno (dall'aeroporto di Bruxelles Zaventem i treni partono ogni 30/40 minuti e impiegano un'ora di viaggio) con brusselsairlines.com, alitalia.com


         

Sopra Brasserie Francois

DORMIRE

Ricavato in uno storico palazzetto  l'Hotel des Tanneurs (Rue des Tanneries 13, tanneurs.com) è gradevole, comodo e fascinoso e ha un ottimo ristorante: Le Grill. Simpatica e familiare la Villa Gracia (Chée de Dinant 1455, villagracia.com).ma a 8 km dal centro in mezzo al verde.

   

Sopra a sinistra insegna patatine fritte di cui Namur detiene la paternità riconosciuta dall'Unesco e a dstra la vecchia teleferica che saliva alla Citadelle

MANGIARE

Immancabile la sosta alla Brasserie François (Place de Saint Aubain 3, tel. 081 221123) che ha lo charme delle più classiche brasseries  parigine senza la grandeur spocchiosa né i costi. Splendidi ed eleganti gli interni della rist Fenêtre su Cour (Place Chanoine Descamps 6, tel. 081 230908.

Namur è costellata da bristrot simaptici di cucina vegetariana anche elaborata e assai convenienti. E, incredibilmente buona e leggermente profumata al pompelmo, la locale  e artigianale birra Houppe la cui brasserie si può visitare ai piedi della Citadelle (houppe.be).

Sopra: la birra locale artigianale Houppe profumata al pompelmo

text and photos by Andrea Elvezio Battaglini are protected by European Copyrights Law: CDD April 10, 2016

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