NAMUR MON AMOUR: UNA CAPITALE CHE HA NUMERI
Sopra : la Sambre Sotto: i sotterranei della Ciatdelle.
Sopra:
Djoseph et Francwés
Namur
marzo 2019
Sulle
numerose grandi opere in corso - dalla nuova stazione
ferroviaria multimediale alla ristrutturazione del
quartiere Léopold, dal ripristino della
gloriosa teleferica cucita dal centro alla citadelle
fortificata all'Espace Rogierche
ingloberà un conservatorio e una sala spettacolo di 800
posti, nessuno
giura sulle date di consegna e di fine lavori ma tutti
sanno che la città all'incrocio della Mosa e della
Sambre ( circa centomila anime di cui seimila
universitari - ambita la
facoltà di legge) opera seriamente: con
pacatezza, senza isteriche frenesie.
Sopra: durante uno
dei tanti assedi della Citadelle e la città durante i
bombardamenti della II WW In fondo: la scultura dorata di Jan Fabre "Searching for Utopia" vigilante dal 2015 sulla città dall'alto della Citadelle - che resta l'impressionante e arcigna fortezza ripensata da Vauban e battezzata da Napoleone il "Termitaio d'Europa" per i suoi chilometrici sotterranei oggi illuminati da video e installazioni fosforescenti - non è forse una luccicante tartaruga gigante cavalcata da un jeune homme e imbrigliata a dovere?
E di istanze utopiche e visionarie il FIFF, settembrino Festival Internazionale del Film Francofono, ne presenta tante. " Ha compiuto 34 anni" dice il coordinatore della programmazione Hervé Le Phuez " e anche in joint-venture con San Sebastian, Toronto e Locarno proietta in anteprima autori e cinematografie desuete in Europa che illustrano le novità del cinema francofono nella sua globalità con lunghi e cortometraggi di registi del Canada o del Magreb (Algeria, Tunisia, Marocco), del Libano e dell'Egitto, dell'Africa subsahariana (Burkina-Faso, Senegal, Costa d'Avorio), della Romania, Bulgaria e della Grecia da sempre legate alla Francia per co-produzioni o del Vietnam, della Cambogia e del Laos: dunque non solo film di giovani belgi emuli dei fratelli Dardenne". Sopra: la piazza des Armes dove si svolge il FIFF e sotto film libanese presentato nel 2018
Sopra
una delle duecento specie di uccelli dell'Impnetrable E
tutto con proiezioni sia della competizione
internazionale - composta in genere da 13-14 pellicole -
sia delle Opere Prime e della Retrospettiva offerte a
prezzi davvero accessibili (il costo dei biglietti si
aggira intorno ai 4,50 euro, ndr) in modo da non
coinvolgere soltanto cinefili, addetti ai lavori e/o
giurie. "Non è un festival creato per esaltare la
francofonia in se medesima; se mai, nato negli anni
Ottanta del secolo scorso, con lo scopo di arginare la
prepotenza commerciale del cinema americano" precisa
Hervé. Sopra: microscultura del catalano Issac Cordal Sopra e sotto: Museo del computer Nam-IP e fondatore il monaco-informatico Ferdinand Poswick Insomma
il FIFF è un festival solido come una piramide anzi,
come le colonne cerchiate e ingabbiate che scandiscono
facciata e navate della chiesa
gesuitica di Saint-Loup, originale
ed elegante esempio del barocco vallone. San
Lupo, dove Baudelaire conferenziere in visita nel 1866
ebbe un attacco cardiaco, è l'architettonica presenza
cattolica più evidente dell'arzigogolato centro storico
un tempo abbracciato da tre giri di mura assieme
all'austera cattedrale di Saint-Auban il cui scuro
pulpito ligneo, stracarico di putti e di angeli
esuberanti che svolazzano tra gli ariosi intonaci grigi
dell'ampio involucro, d'acchito
calamita lo sguardo
ancor più delle volte del transetto. Sopra a sinistra: interni chiesa di San Lupo
Forse meno popolare del FIFF ma altrettanto curioso il novembrino KIKK, Festival Internazionale di Cultura e Creatività Digitali dove da 8 anni si esibiscono artisti e designer con performances elettroniche e informatiche che invadono la città come le 45 sculture miniaturizzate di Isaac Cordal (15 cm) giustapposte en plein air nei cornicioni, nelle finestre e negli angoli remoti della facciate. Il KIKK è organizzato a Namur non a caso visto che oltre la Citadelle fortificata si acquatta in un ex campo polisportivo l'unico museo dell'Europa nord-occidentale dedicato alla storia del computer e dell'informatica: il NAM-IP. Che ha alle spalle una bella evoluzione raccontata con entusiasmo dal fondatore e direttore di uno dei pochi musei del computer europei: Ferdinand Poswick, che è stato negli anni Settanta ingegnere informatico di successo ma anche monaco benedettino.
Sopra
facciata museo illustratore erotico Rops amico di
Baudelaire Strano?
Normale in Vallonia dove dunque
l'abito ha
sempre fatto non soltanto il monaco ma pure il creativo:
di ottime birre come di sistemi numerico-binari. E'
interessante sia per i profani che per gli esperti di
"sistemi zero-uno, spento-acceso". Riunisce 300 pezzi
rari, raccolti da tre collezionisti, che narrano la
storia dei calcolatori dagli anni '50/'60 a oggi, dalle
macchine meccanografiche
Bull ai
pezzi e alla maquette originale del "Gamma 60"che "fu il
primo centro belga della compagnia telefonica Proximus i
cui abnormi calcolatori,
allora d'avanguardia, occupavano una superficie
di 100 x 600 metri quadrati ma la cui memoria era
minore di quella oggi contenuta in un microchip di
qualsiasi smartphone" come spiega Ferdinand che
nell'Abbaye de Maredsous fu il primo, a partire dal
1971, a "informatizzare" la Bibbia e dunque lo studio
filologico della medesima; da allora la ricerca di nomi,
parole, citazioni, concordanze divenne rapida ed
esauriente. Sopra:
piazzetta Chanoine Descamp con vecchia telefrica
che collegava il centro alla Ciatdelle. Sotto: uno
dei quadri del Civetta al Museo di Arte Antica Sotto: i tesori di di Oignes al Museo di Arte Antica; sotto: portabottiglie-frigorifero (ghiaccio)
Sotto: veduta della città vecchia
e della Sambre
Sopa
sx veduta del quartiere antico e a destra murales
dedicato a Simenon
che scrisse di Namur ne "Il Pensionante" Resta
il fatto che è inevitabile di fronte ai suoi quadri
cercare, stile settimana enigmistica, la celebre ma
microscopica civetta: cosa che risulta un paziente
impegno ottico. Assai più facile gironzolare come fece
Baudelaire anche in visita all'amico pittore
erotico-caricaturista e solfuroso Félicien Rops, tra le
librerie di classe e d'antiquariato (Papyrus, Librairie
Ancienne, Librairie Au Vieux Quartier) e le botteghe
artigianali che ammiccano nell'ingarbugliato canovaccio
storico di
una capitale che ha numeri. E non solo binari. Unica
concessione modaiola, di tendenza, quella alla cucina.
Dovuta vista la paternità delle patite fritte, protette
dall'Unesco perché - pare - nacquero
qui nel 1680 quando i fiumi Sombre e Meuse congelarono
e, non potendo pescare, al posto della classica frittura
ittica decisero di friggere le patate tagliate a forma
di pesciolini. Leggenda o tradizione? Non importa; sono
squisite.
Text
and photos and supervision by
Andrea
Battaglini&Arch.Elisabetta Bagliani
Sopra: Museo di Arte Antica, bassorilievo del XII secolo e scultura lignea del XV secolo Sopra:
bici "curiosa" in una show-room di
design. Per pedalare con flemma
INFO valloniabelgioturismo.it visitnamur.eu museedesartsanciens.be nam-ip.be fiff.be kikk.be museerops.be ARRIVARE In
aereo e treno (dall'aeroporto di Bruxelles Zaventem i
treni partono ogni 30/40 minuti e impiegano un'ora di
viaggio) con brusselsairlines.com, alitalia.com
Sopra
Brasserie Francois DORMIRE Ricavato
in uno storico palazzetto
l'Hotel des Tanneurs (Rue des Tanneries 13,
tanneurs.com) è gradevole, comodo e fascinoso e ha un
ottimo ristorante: Le Grill. Simpatica e familiare la
Villa Gracia (Chée de Dinant 1455, villagracia.com).ma a
8 km dal centro in mezzo al verde.
Sopra
a sinistra insegna patatine fritte di
cui Namur detiene la paternità
riconosciuta dall'Unesco e a dstra la
vecchia teleferica che saliva alla
Citadelle MANGIARE Immancabile
la sosta alla Brasserie François (Place de Saint Aubain
3, tel. 081 221123) che ha lo charme delle più classiche
brasseries
parigine senza la grandeur spocchiosa né i costi. Splendidi ed eleganti gli interni
della rist Fenêtre su Cour (Place Chanoine Descamps 6,
tel. 081 230908. Namur
è costellata da bristrot simaptici di cucina vegetariana
anche elaborata e assai convenienti. E, incredibilmente
buona e leggermente profumata al pompelmo, la locale
e artigianale birra Houppe la cui brasserie si
può visitare ai piedi della Citadelle (houppe.be). Sopra:
la birra locale artigianale
Houppe profumata al pompelmo |
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