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                       LA NORMANDIA DEGLI SCRITTORI

OLTRE PROUST  OLTRE  FLAUBERT

Sopra alla Maison des Champs di Corneille: villa sul lungoSenna




Sopra: Pavillon Flaubert

giugno 2021

 

Haute Normandie. La luce del pomeriggio illumina la matassa d'acqua della Senna che si ingarbuglia tra Rouen e Villequier, per poi dipanarsi lenta verso la Manica e il grande porto di Le Havre dove Monet dipinse  all'alba le prime impressions durante le "ore blu" (mezz'ora prima il sorgere del sole quando la luce  ha una dominante fredda). Tra il verde grazioso di una campagna silente, si celano le residenze campagnole di uomini che scrissero pagine sulle ali del tempo. Amori sensuali, romantiche romanze, fervori patriottici, saghe di antieroi decadenti e controverse  ricerche del tempo perduto furono partoriti lungo la Senna e in Normandia, affogati tra poltrone di pelle e scrittoi di cuoio annerito, dalle menti geniali, tenere e morbose,  contorte e introspettive di tanti lumi francesi.

 

Tra i primi Corneille La Maison des Champs di Petit-Couronne, ai margini di Rouen sulle anse e le ansie del fiume, raccoglie i frammenti della adolescenza e della gioventù del commediografo e drammaturgo che riscosse un enorme successo nella Francia di Richelieu. Una dimora  borghese di campagna riflette le virtù dell'autore del "Cid" e dell'"Orazio" e cioè solidità, semplicità e disciplina. Tra gli eleganti mobili stile Luigi XIV e del Rinascimento normanno, i pannelli dipinti cinquecenteschi e lo scrittoio, si trovano librerie cariche di rilegature e parecchie valigie in cuoio usate da Corneille durante i viaggi in battello lungo la Senna.

Sopra e sotto : Maison des Champs di Corneille

sotto : Maison des Champs di Corneille


Non lontano ma per i campestri paesaggi tran­quilli, quasi pastorali, aleggia ancora la melanconia lassa dello spirito di Emma Bovary, una donna come tante, una donna d'oggi. Consumata nel suo mal etre, dalla tumultuosa ed eccessiva voglia d'amare e d'essere amata, la torturata ribelle Bovary nonché  eroina del più famoso epilettico della letteratura francese che ha segnato un'epoca, abita ancora qui. A cento passi dalla cattedrale gotica di Rouen che si innalza al cielo in un gioco di guglie sfolgoranti. E non a caso, perché anche l'edificio religioso fu una delle palestre pittoriche di Monet che la dipinse a tutte le ore del giorno, al cambiar della luce. E non a caso ancora, perché Proust paragonò la sua immensa fatica letteraria proprio  "a una grande cattedrale gotica francese con le sue zone d'ombra  e il moltiplicarsi dei corpi accessori e laterali". L'ambientazione è cruciale nell'economia del celebre romanzo per due ragioni: in primo luogo è importante perché è funzionale allo stile realistico ed alla critica sociale di Flaubert e in secondo luogo perché l'autore si mette in relazione e in gioco con la protagonista Emma Bovary.



Sopra cattedrale di Rouen e sotto Pavillon Flaubert


Flaubert - di cui dal prossimo 12 dicembre si onoreranno i 200 anni della nascita - si è sforzato intensamente di assicurarsi  che i suoi ritratti della vita vera e comune fossero accurati. In ciò è stato agevolato dal fatto di aver scelto un argomento a lui particolarmente familiare. È la verosimiglianza degli elementi mondani della vita rurale che ha meritato al libro la reputazione di "pietra miliare del movimento realista". Gustave Flaubert infatti, dall'instabile sistema nervoso, fuggì da Parigi per farsi avvolgere dalla verde atmosfera di Croisset, rispetto a Rouen dall'altra parte della Senna. Qui si trova il Pavillon Gustave Flaubert  ( foto C) la cui sola stanza, lumino­sissima, ricorda con busti, stampe e oggetti personali come pipe, borsellini, fucili e bicchieri gli anni trascorsi in solitudine e isolamento, sempre smaniando per Elise Foucault. Appena la vide sulla spiaggia di Trouville (ben conosciuta, detta e ridetta da Proust), Flaubert se ne innamorò perdutamente, una passione che durò per tutta la vita senza essere mai corrisposto. Fu lei la musa ispiratrice dell'"Educazione Sentimentale". Tra i ricordi e gli odori di Gustave, inonda il Pavillon il profumo delle centinaia di pagine inchiostrate senza tregua, alla luce tremola di lampade a petrolio: sono gli effluvi emanati da "Salammbò", dalla "Tentazione di Sant'Antonio" e dall'incompiuto ma magistrale e attuale oggi più che mai - vista l'esaltazione della razionalità tecnico-operativa, computazionale e poco sostanziale -  "Bouvard e Pécuchet".

       

Sopra a  sinistra Pavillon Flaubert , a destra ritratto dello scrittore

Da Croisset si inseguono le ipnotiche, instancabili e serpeggianti  acque della Senna fino a Villequier dove fa capolino la villa ottocentesca dedicata a Leopoldine Hugo (Musée Victor Hugo), figlia prediletta dell'autore dei "Miserables" ma morta annegata a soli vent'anni. Ci vuole poca fantasia per rivivere gli anni passati a Villequier dalla figlia del geniale grafomane, polemista , tribuno e filantropo (Hugo seppe della morte prematura di Leopoldine leggendo i fogli del "Siécle"). La villa conserva tutto l'arredamento originale, dai letti alle opere del "vate dei Borboni" (lettere, manoscritti, disegni), ai ritratti di famiglia tra cui figura anche la sorella di Leopoldine, Adele, la cui tragica storia d'amore e pazzia è stata filmata mirabilmente in "Adele H", capolavoro di Francois Truffaut interpretato dalla malinconica, torturata e fascinosa Isabelle Adjani. "Je vais revoir ma Normandie" canta una delle caricature di Victor Hugo immaginando le curve della Senna che si raggomitola e si distende tra Rouen e Villequier scivolando poi dolcemente verso la Manica per bagnare il Vieux Bassin di Honfleur e il grande porto di Le Havre.

Sopra  e sotto Villa-museo Hugo a Villequier

Sopra  e sotto interni Villa-museo Hugo a Villequier


Sopra  e sotto Villa-museo Hugo a Villequier; sotto a sinistra ritratto di Adele H

   


Sull'estuario della Senna infatti, a Honfleur, si affastellano sul grazioso porto le casette alte e strette ricoperte d'ardesia e investite di luce, più volte immortalate dagli impressionisti. I maestri del pennello assieme a quelli "decadenti" della penna come Baudelaire, amavano trascorrere le notti da "Mére Toutain" nella ferme Saint Simeon, un'incantevole romantico albergo-ristorante del XVIII secolo.

Sopra  porto di Honfleur e sotto la Ferme Saint Simeon


La costa a occidente ascrive la memoria e la ricerca di Proust come la sua adolescenza consumata tra Belbec, Combray, Méséglise (ne "La strada di Swann", 1913).

Celebrando due anniversari - i 150 anni dalla nascita il 10 luglio e il centenario della morte, il 18 novembre del 2022 - a contendersi la memoria di Proust a colpi di reliquie e ricostruzioni, sono  tanti i luoghi normanni che vantano un legame con l’autore della Ricerca. Il paese di Illiers, che ha cambiato il nome in Illiers-Combray per aderire meglio alla trasposizione letteraria, vive già da tempo il pellegrinaggio alla casa che Proust frequentò da bambino e che ispirò quella della "Recherche" dove la zia Léonie gli offre la famosa madeleine scatenatrice di ricordi; ma nella casa-museo c'è poco di autentico. Due gli alberghi del tempo perduto: a Cabourg il celebre Grand Hotel, dove la camera 414 è stata ricostituita "come al tempo di Proust" anche se la sua camera era la 418, e lo storico Roches Noires di Trouville, dipinto da Monet, con la teorica  proustiana camera 110. Deauville, a neanche 3 chilometri sulla corniche normande è  celebre dalla fine degli anni Venti del secolo scorso anche per le corse dei cavalli (il meridionale dipartimento dell'Orne vanta i migliori allevamenti di cavalli da corsa e da tiro di razza Cob e Percheron, di Francia) e Proust, nonostante fosse asmatico e allergico, fu perfino membro del parigino  Polo Club Bois de Boulogne. 



Sopra  e sotto Proust, Grand Hotel  a Cabourg, ieri e oggi

Sopra  cavalli da corsa dell'Orne


Se anche Flaubert soleva spendere le estati nella spiaggia di Trouville, facendosi sopraffare da ardenti passioni amorose, Guy Maupassant frequentava in compagnia di donnine facili e canottieri la costa settentrionale/orientale normanna, ovvero le blanches falaises di Fécamp e Etrétat. Ed è proprio a Fécamp che Maupassant ambientò il famoso racconto "La casa Tellier". E' la storia di un bordello, dove, nel Salotto dei Giovi "tappezzato di carta azzurra con un grande disegno raffigurante Leda distesa sotto un cigno", si dava appuntamento la piccola borghesia locale. La casa Tellier "familiare, piccolina, dipinta di giallo, sull'angolo di una via dietro la chiesa di S. Stefano" oggi non c'è più, ma la neogotica distilleria Bénédectine, ricca di avori spagnoli trecenteschi, antifonari e una estrosa collezione di serrature antiche, da sola merita il viaggio. Dopo un assaggio dell'immortale antico liquore distillato già nel 1510, una bevanda dalle virtù benefiche decantata da Joris-Karl Huysmans nel romanzo "A Rebours",  si ritorna verso la fulgida capitale sempre bordeggiando il corso della Senna.



Sopra distilleria Benedectine a Fecmap (Guy Maupassant) e sotto tipica casa normanna a traliccio a Etretat


Un morbido prato circonda la villa-castello neobarocca de la Madeleine a Pressagny-l'Orguilleux dove, tra la frescura ombreggiata, Casimir Delavigne compose le odi "Trois, Messeniènes" contro gli occupanti prussiani e russi e scrisse le infiammate pagine del dramma "Marino Falerio". La dimora de la Madeleine  conserva un'atmosfera decadente, delabrée nei due saloni aperti al pubblico e gremiti di suppellettili di ogni genere, stampe ingiallite, mobiletti zoppi, arredati confusamente e appesantiti dalla polvere del tempo. Verso Andelys ed Ecouis, si apre la folta foresta di Lyons che si stempera alle pendici del delizioso borgo normanno dove le tipiche case a graticcio si raccolgono intorno alla piazzetta centrale, dominata dal mercato coperto. Rinchiuso in una minuta stanzetta della torre circolare che verticalizza il castello di Vascoeuil, lo storico Jules Michelet compose con ardore e passione  veramente romantica "La resurrezione della vita integrale del passato rivoluzionario", immortale ricerca storiografica sulla Rivoluzione dell'89. Come una dama imprigionata, Michelet appare ancora nella torre nelle sembianze di un manichino di cera con la penna d'oca in pugno ancora sporca d'inchiostro.



Sopra  e sotto Villa Delavigne a Pressagny

Sopra  e sotto castello di Vascoeuil di Michelet




Ancora lungo la Senna, a Medan su di un parterre rasato e tirato a lucido si erge la Maison d’Emile Zola. Lo scrittore, caposcuola del naturalismo che in parte influenzò anche Verga, poté acquistarla grazie al successo e ai proventi del suo “L’ammazzatoio”  centrato sulla piaga sociale dell’alcolismo e scritto nel 1878. In origine avena un solo corpo centrale ma Zola fece aggiungere due torri e un “papillon d’amis”. “Nana”, “Germinale”, la “Bestia umana” e la raccolta di novelle “Le serate di Medan” furono scritte qui, quasi  con i "piedi nell'acqua" in riva della Senna, proprio nello studio oggi carico di manoscritti, edizioni originali e cimeli appartenuti allo scrittore. Il mobilio originale e il tipico decoro fine-secolo sono gli stessi di quelli conosciuti da alcuni suoi celebri ospiti: Cézanne, Maupassant e i fratelli Goncourt. Non lontano a Marly le Roi,  dunque a nord-ovest di Parigi e a sud  della Normandia, nel cuore di un romantico parco all’inglese scandito da grotte e cascate Alexandre Dumas si fece costruire nel 1846 un castello, un “piccolo paradiso terrestre: la Maison Dumas. E' arredata in stile “mille e una notte” con mobili e motivi moreschi. Tutto un universo letterario ruota intorno al castello ribattezzato “Chateau d’If et Chateau de Monte Cristo”, luogo/luoghi che conservano lo charme e l’atmosfera stravaganti sprigionati dal generoso autore de “I tre moschettieri”.

Sopra:  campagna normanna

 

Andrea Battaglini

 

INFO

normandie-tourisme.fr

atout-france.fr

it.france.fr

https://museepierrecorneille.fr/fr/maison-des-champs-pierre-corneille

rouen.fr

http://gerard.pressagny.pagesperso- orange.fr/casimir_delavigne%20anglais.htm

http://chateauvascoeuil.com/

https://it.normandie-tourisme.fr/da-non-perdere/cabourg/

 

ARRIVARE E GIRARE

Fly&Drive oppure Fly&bike. In aereo a Parigi con airfrance.it alitalia.com easyjet.com

Indispensabile l'auto o la bicicletta per girare le case degli scrittori in Normandia: sono i mezzi ideali per godere anche della splendida campagna e delle coste normanne. Il territorio è altalenante non particolarmente impegnativo con la due ruote: le distanze invece un poco faticose.

Da Parigi si imbocca la statale N13 per Medan, dove si può vedere la casa d'Emile Zola  per proseguire ver­so nord lungo la N15 e la D316 fino a Pressagny l'Orgueilleux ( villa di Casimir Delavigne). Per la N14 e la D1 si raggiunge Vascoeuil (castello Vascoeuil-Musee Michelet ) collegato con la N31 a Croisset (Pavillon Flaubert) e a Petit Couronne (Maison Corneille). Seguendo la Senna, lungo la N182 si passa Villequier (Musee Victor Hugo) e quindi Honfleur da dove, costeggiando scoscese scogliere si arriva verso occidente a Trouville (Proust) e a oriente a Fecamp. In tutto da Parigi sono, all'andata, ca. 340 km.

 

DORMIRE

Sulla strada degli scrittori a Honfleur d'obbligo il soggiorno alla Ferme Saint Siméon (fermesaintsimeon.fr) prestigioso ritrovo culturale e gastronomico durante le Grand Siècle. Dai pittori impressionisti ai grandi romanzieri dell’Ottocento, tutti vi hanno fatto tappa. Sulla Senna, nei pressi di Rouen c'è la romantica e “relais du silence” Hostellerie St-Pierre a St-Pierre-Du-Vauvray-Louviers (hostelleriesaintpierre.com) che propone una creativa cucina normanna. A Rouen l’Hotel Dieppe oggi Best Western, (bestwestern.com) era e in parte rimane una istituzione; centrale. A Fecamp la Ferme de la Chapelle sulla strada del faro (Cote-de-la-Vierge, la-ferme-de-la-chapelle.fecamp.hotels-fr.net/) è una casa in mattoni rossi con una magnifica vista panoramica sulle falaises. A Cabourg Le Grand Hotel (myboutiquehotel.com).

 

MANGIARE

Cucina sana ovunque, o quasi; il dipartimento dell'Orne  è poi patria del saporito formaggio Camembert e dello squisito ma "eccentrico" distillato di mele Calvados!


 


Sopra : Calvados cave nell'Orne


Testo e foto copyright by Andrea Battaglini


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