Anno
I anno covidico, frimaio Proprio
50
anni fa per il Corriere della Sera Pasolini approdò a Sana’a
perché lo Yemen aveva appena aperto al turismo estero. Si
sorprese dell’orientamento marketing di un paese che si
proponeva agli stranieri sforzandosi di compiacerli
ma snaturando il proprio habitat, il proprio humus,
l'estroso artigianato, gli storici odori. Atteggiamento,
denunciò il poeta friulano, assai rischioso perché avrebbe
forse generato ritorni economici a breve scadenza ma a medio e
lungo termine sarebbe diventato un boomerang allontanando i
viaggiatori più curiosi e “sostenibili” in cerca di diverse
autenticità. Sarebbe bastato proporsi e vendersi per quello
che veramente si era e per ciò che si aveva
di particolare o straordinario.
E’
evidente, senza scomodare gli economisti e
politologi Acemoglu e Robinson, che la giusta via tra
il desiderio o la necessità di facili e veloci guadagni e la
prospettiva di una crescita più solida ma lenta, sia comunque
un strettoia, un corridoio virtuoso difficile a farsi. Provarci però, credo sia ora diventato un obbligo civile.
E ancora; proprio 30 anni fa, girando e fotografando in lungo e in largo l’Europa per produrre reportages constatavo con l‘amico designer concettuale franco-americano Pippo Lionni, nipote del celebre Leo e già noto autore anche della grafica del Beabourg chiamato da Renzo Piano che, Francia esclusa con l’eccezione del Louvre ormai indirizzato al mercato non per soldi ma per denaro, a causa dell’omologazione imperante diventava sempre più difficile ritrarre e caratterizzare anche i luoghi comuni più interessanti, le piazze più felici o le vie più spettacolari perché tutte erano segnate dalle stesse vetrine, dalle stesse esuberanti insegne, dagli stessi neon, dagli stessi brands. Ero rimasto annoiato perfino dalla ferita Bata&Nike’ oriented della Staroměstské náměstí di Praga; allora solo Pietroburgo, Mosca, Vilnius, Bucuresti, Tbilisi, Odessa e Kiev a mia vista si erano salvate - momentaneamente -. Non che rifiutassi i luminosi colpi di tosse cromatici ma era la pubblicitaria ripetitività ovvia e prevista a disturbare. “Bisognerebbe
inventare
un cap dalla
visiera rovesciata e giustapposta sotto gli occhi in modo da
escludere dalla visione i piani terreni di tutti gli edifici”
scherzò Pippo.
Che
dire
di nuovo e poi sul sovra-turismo low-cost usa e getta per cui,
senza andar lontano, la Milano precovidica e in parte gentrificata senza batter ciglio è diventata principalmente una food-city
di osti, camerieri e affittacamere dove lo sprint culturale
rimane in odore mediatico? Il sindaco Sala fecit e
oggi si ripresenta. Nell'ultimo
lustro buona parte degli europei ha scelto per ragioni
economiche le destinazioni in base all'apertura delle nuove
tratte lanciate dalle compagnie aeree low cost. Voli spesso
creati, ad esempio, per portare gli inglesi in Italia da
aeroporti e città periferiche, e di minor dimensioni
rispetto a Londra, come Leeds o Newcastle: giusto e
democratico diritto al viaggio. Gli aerei però dovevano
essere riempiti "al volo" anche al rientro e così, con
incalzanti narrazioni funamboliche, si pubblicizzarono
mete turistiche che per gli stranieri, ignari delle vere
bellezze britanniche, erano piuttosto agghiaccianti:
successi a brevissima, già a media inconsistenti e
controproducenti perché coloro che visitarono in un weekend
Leeds e Newcastle all'Inghilterra tracciarono sopra una
croce. Però
ecco il corona, il malefico virus che sbaraglia fatti e
misfatti.
Non
si contano le analisi critiche di sociologi, politologi e opinion leaders strombazzate ovunque in Italia sui giornaloni e
giornalini durante il primo lockdown. Incorreggibili
gattopardi artigliati ai propri privilegi invocavano la
necessità di un cambio dell’approccio metodologico nei
confronti dei viaggi e del turismo. Tutto sarebbe dovuto
mutare, a cominciare dal monitoraggio e dal freno all’invasivo
sprint di Airb&b
che invece proprio in questi giorni (dicembre 2020, ndr) ha
fatto il boom debuttando sul Nasdaq e raddoppiando il valore
delle azioni perché gli affitti brevi, grazie ai vaccini
anticovid-19 straordinariamente elaborati e testati in tempi
supersonici, potrebbero ripartire alla
grande secondo il management californiano. La borsa è una
sfida. Il racconto vince. Anche perché è probabile che nei
paesi meno attrezzati la somministrazione pubblica e gratuita
dei vaccini anticovid-19 sarà lenta, difficile e poiché
compagnie aeree, di navigazione, ferroviare e associazioni
alberghiere a partire dai primi mesi del 2021 richiederanno
inevitabilmente un lascia-passare, ossia una documentazione
di avvenuta vaccinazione, chi dovrà viaggare per lavoro o per
altre necessità dovrà comunque nolente o volente farsi
vaccinare privatamente. Pagando. Disuguaglianze note e
venture. Una sfida resta anche optare per il risorgimento del “Belpaese” dove, al di là dei governi schizofrenici - per usare un eufemismo - , la base non è sana da illo tempore: 75% di analfabeti funzionali, DNA da evasori o elusori fiscali, primato mondiale della criminalità organizzata, atavica superficialità, indigena scorrettezza. Con un 25% di sani non si va e non si viaggia con buon senso in alcun luogo.
Sragionando
sul
2022 molti operatori turistici prevedono un rialzo di tutti i
prezzi e di tutti i costi e ciò comporterebbe movimenti e
spostamenti di minor intensità ma in teoria, nei paesi
"normali", più
ragionati, più consapevoli e, forse, old
style. E nei cieli, grazie all'energia pulita a idrogeno
sviluppata con il recovery fund, galleggeranno nuovi
dirigibili e mongolfiere alla riscossa. Nella storia non si
torna indietro, o quasi Restaurazione a parte, perciò la
propensione ad affrontare il viaggio - anche per motivi
d’affari - con un’adeguata preparazione e misurato rispetto è
probabile che sia direttamente proporzionale all’armamento
culturale dei viaggiatori medesimi; che in Italia non brilla.
La golden&silver
class sarà economicamente favorita ed è difficile che i
suoi adepti vogliano
ponderare l’abitudine
a un consumismo turistico di modesta caratura intellettuale.
D’altronde è inevitabile che la gente prenda e compri quello
che gli viene somministrato.
E’
difficile che, ad esempio, un’invernale vacanza in montagna da
decadi indirizzata solo allo sci da discesa che - Reinhold
Messner docet - ha
cucito i paesaggi con impianti di risalita inconvenienti alla
natura medesima dei luoghi, d’acchito si trasformi in un
faticoso e individuale approccio rispettoso dei silenzi in
quota. Impossibile quando perfino a Livigno, adiacente
alla più attenta seppur mondana ed avida Engadina, hanno
quest’estate pubblicizzato, noleggiato e venduto migliaia di
mountain bikes elettriche o a pedalata assistita
invadendo mulattiere e storici sentieri
ad hoc trasformati
e allargati ad usum
bikers per la
dannazione dei normali camminatori. Gli imbecilli sono
spiacevoli ma non illegali. Dunque più che una strettoia tutto
fa apparire un cul de sac o un diedro che per
chi arrampica significa fare una spaccata. Non tutti hanno
gambe lunghe e agili.
Unica
via è sperare, sul modello sociologico anglo-americano, che
trionfi la saggezza delle masse e non l’idiozia del gregge.
Altrove magari, in un altro mondo. |
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