DOVE
VAI? POLONIA
UNA PRAGA DI VARSAVIA
Sopra e sotto: scritte e scorci di case del
quartiere Praga
Due sono le capitali europee distrutte durante
la Seconda Guerra Mondiale: Berlino e Varsavia. Nemiche da
sempre. Eppure se la città sulla Sprea è rinata agli occhi del
mondo quella sulla Vistola resta un
impreciso ossimoro: è la città esteticamente più contorta e
irrisolta ma
concettualmente più
interessante di una Polonia colta e fascinosa. E “solo” perché
fu rasa al suolo, quasi all’80 per cento, dai nazisti come
Berlino dagli alleati. Però… factum verum.
Da secoli e non solo dopo la seconda Guerra
Mondiale quando venne nientificata sotto gli occhi silenziosi
dell’Armata Rossa che stazionava oltre la Vistola, a Varsavia
ci si scontra con la Storia. Che in Polonia è pure un sudoku
e che, nel quartiere slabbrato
ex ebraico ex operaio ex malfamato ed ubriacone ex malinconico
e oggi alternativo di Praga,
in bilico oltre un fiume largo ma poco profondo, è ancor più
indecifrabile. Là dove, inevitabile nel distretto in minima
parte usato da Polanski nel 2002 per
ambientare “Il pianista” (nella ulica Stalowa) e oggi
osservato dal sindaco europeista Rafał
Trzaskowski che ha perso di un soffio le elezioni
presidenziali, la memoria monta sì tra flagello e
risurrezione ma con
arcigna caparbietà e più utopia perché, comunque macerata in
passato e valutata ininteressante, il francobollo “praghese
ora anche lgbtq” è
stato risparmiato dalla furia tedesca prima e da quella
sovietica in seguito.
Sopra ingresso armata rossa nel 1944 e sotto monumento alla medesima
sopra
tram e sotto
sulla Zabkowska
Sotto
fe case dimesse del quartiere rimasto orginale
Nel
2012 i suoi 250mila residenti hanno rifiutato il
riposizionamento nel quartiere del “Monumento alla fratellanza
con l’Armata Rossa” sia perché pur stanziata a “Praga” di
fatto non intervenne a supporto dei partigiani nel 1944 e sia
perché già nel 1794 le truppe russe uccisero almeno ventimila
abitanti del quartiere mentre gran parte degli edifici
originari in legno venivano incendiati. Ecco perché questa
zona di Varsavia non ostenta palazzi o monumenti paragonabili
a quelli ricostruiti lungo la sponda occidentale a eccezione
della cattedrale cattolica di San Floriano, di quella
ortodossa di Santa Maria Maddalena e della graziosa Komora
Wodna (camera delle acque) dell’architetto italiano Antonio
Corazzi oggi sede di matrimoni civili. Però ora è collegata al centro dalla linea
della Metro 2 con le recenti fermate Szwedzka, Targowek e
Trocka e, a breve causa Covid-19, da un minimalista ponte
pedonale e ciclabile che oscillerà sulla Vistola da via Okrzei
alla sponda occidentale.
Sopra
angolo della Zabkowsla e sotto edicola religiosa
Sopra
e sotto angoli e personaggi creativi sulla Zabkowska
Sopra
e sotto fabryka Trzciny sotto fabryka Trzciny
Sopra: maquette del nuovo stadio e sotto sottopasso della Metro "Insolita come tutta la capitale", come ha scritto
il polonista Roberto Polce*,
oggi comprende l’area a ridosso del fiume tra Trasa Toruńska a nord il ponte Siekierkowski a sud. A sua
volta è divisa in due - Praga Połnoc/nord e Praga Południe/sud
- ma è la prima, a sua volta divisa in Stara e Nowa (vecchia e
nuova), a essere divenuta interessante proprio perché quà e là
ancora spettrale. Tanti giovani varsaviani figli della
superstizione la considerano ancora
una contea di nullafacenti e rissosi, un trapezio
pericoloso per turisti e stranieri. Però le apparenze e gli
stereotipi ingannano. Non sarà l’East
End polacco, né esibisce l’elegante gusto estetico
sprigionato dal quartiere ebraico
cracoviano di Kazimierz
e tantomeno lo squisito estro filmico e contemporaneo
caro alla decadente (economicamente) Łodz ma è un quartiere da perlustrare senza
timore perché oggi brulica di locali alternativi, gallerie
davvero underground e musei curiosi. Né cool
né trendy.
Autentici e creativamente sinceri e anche, liberamente o meno,
lgbtq. Niente
omologazioni global-oriented
là dove pure campeggiano e sorprendono - visto il
pubblico teoricamente ateo e agnostico - strane edicole
religiose che richiamano l’intramontabile sprint cattolico del
paese.
Sopra
e
sotto Neon Muzeum
Sopra
installazioni “In fondo Varsavia, ed è il suo bello, non ha
un vero centro focale essendo costituita da tanti punti di
attrazione distinti che dialogano e si completano tra loro
anche se forse Praga rimane il più isolato se si esclude il recente stadio di
calcio che affianca Port Praski ex darsena abbandonata oggi in
trasformazione (marina turistica e appartamenti gentrificati)”
precisa
Roberto Polce.
Sopra
a
sinistra la via Brzeska e a destra ex fabbrica di vodka
Koneser Centrum Praskie
Attraversato il ponte “sono arrivato in una contrada povera, che mi piace, come tutti i posti ambigui, disordinati, pieni di vita…questo quartiere si chiama Praga. Contadine in larghe gonne di tela a fiorami trascinano dei cesti. Ebrei in caffettano: il loro sguardo indagatore, la loro pesante andatura strascicata, quasi avessero la colla sotto i piedi. Casupole dalle sudicie facciate”. Le case sdrucite dalle finestre sbarrate da tavole di legno sono le stesse che scrutò Alfred Döblin nel 1926, i chioschi di legno gonfi di frutta, abiti e stivali anche. C’era già dal 1897 lungo l’arteria Ząbkowska la fabbrica di vodka dove oggi è stato ritagliato il Koneser Centrum Praskie che alterna appartamentini, hub e incubatori di startup/stardown digitali, spazi espositivi, ateliers e cortili animati da creativi che, artigliando saldatori, filetti e levigatori, operano en plein air modellando installazioni metalliche. Ma non c’erano le panetterie e i caffè bohemienne, i negozi di passamanerie e orologiai e tantomeno allora la Ząbkowska si trasformava nei fine settimana in un palcoscenico improvvisato per artisti, teatranti, clowns, musicisti, fan di streetfood e robivecchi. Sopra e sotto: locali sulla Zabkowska
Il Bazar Ròzycki dove si svolgeva la compravendita di armi e pallottole durante l’occupazione tedesca, ora ospita spazi espositivi, una biblioteca, il Museo di Praga che racconta interattivamente le vicende del quartiere e il caffè Niebieski Syfon. Sulla Ząbkowska ammiccano uno dei primi bar mleczny (bar-latterie) della città, gli storici locali W Oparach Absurdu e Lysy Pingwin, il ristorante russo familiare Skamiejka e il Pausa Wloska, simpatico locale gestito dal musicista eclettico Czeslaw Mozil. Non lontano pullula di gente dal variegato aspetto la Soho Factory (via Minska) gonfia di gallerie d’arte, studi di design e architettura ma segnata da due musei curiosi: il Neon Muzeum e il Czar PRL. Il primo alberga una collezione di celebri insegne al neon che in passato, e in stile proto-sovietico, rischiaravo le oscure notti varsaviane mentre il secondo ricostruisce con arredi originali fotografie ingiallite e memorabilia un tipico appartamento della Polonia di epoca socialista. “Abusi di memoria” che emergono anche all’Antykwariat Grochowski al 12 di Luwika Kickiego, una libreria di second hand books che è una vera e fascinosa miniera d’oro; anzi, di rara carta stampata. DUE CONSIDERAZIONI DI ROBERTO POLCE SULLA POLONIA ODIERNA Polonista,
autore della guida verde del TCI sulla Polonia, di libri
sulle più importanti città del paese e pure traduttore della
poetessa e Nobel Wislawa Szymborska, Polce vive da circa dieci
anni a Danzica. "Quello
che sorprende gli stranieri è che l'opposizione al PiS e al
governo non è mai stata organizzata da movimenti
dichiaratamente di sinistra tanto che ufficialmente anche il
competitor di Duda alle passate elezioni, l'"europeista" Trzaskowski, di fatto è stato percepito e segnalato come liberale e
moderato politico di centro-destra. In realtà il suo
programma in Italia sarebbe stato considerato più a gauche
e socialmente orientato di quello del PD in Italia, ma la
parola "sinistra" in Polonia è impronunciabile perché
richiama troppo i passati governi autocratici e
filosovietici. Non solo. Non è affatto vero che anche
nell'area orientale e nelle campagne, dove il
conservatorismo cattolico impera e dove votano PiS, i
polacchi siano antieuropeisti. Sono ben consci che in
Polonia e non solo nelle grandi città la crescita e lo
sviluppo siano dovuti soprattutto ai fondi strutturali
europei ben sfruttati. Rimane, ovviamente per chi conosce la
storia, uno sprint antirusso e in parte antigermanico,
timori...punto. Anche la politica populista del PiS con i
sussidi ai più poveri e indigenti (e non solo agli
alcolizzati) con i famigerati bonus di 500 euro per i nuovi
nati è strategica: in realtà ora i prezzi dei beni ad
usum quotidianum necessaria sono aumentati e non di
poco mentre sono scesi quelli dei prodotti - strombazzati a
dovere - per i nuovi nuclei familiari: dai pannolini agli
assorbenti femminili ad esempio. E a questo proposito
paradossalmente è quasi un bene che Duda abbia vinto perché
altrimenti avrebbe avuto l'alibi di attribuire il rincaro
della vita, davvero in crescita, all'ex opposizione".
INFO polonia.travel/it warsawtour.pl gpsmycity.com adventurewarsaw.pl Praga
è ormai entrata a pieno titolo negli itinerari turistici
alternativi di Varsavia. Vecchi pulmini Żuk dal logo Adventure Warsaw (adventurewarsaw.pl) si aggirano fra
Mińska, Listopada e Ząbkowska. ARRIVARE Auto.
In tempi covidici l’auto è una soluzione anche se impegna una
notte: da Torino a Varsavia sono
1640 km per almeno 16 ore di viaggio (obbligata una
tappa intermedia). Viaggio meraviglioso soprattutto
attraversando i monti Tatra che separano la Rep Ceca dalla
Polonia. Treno.
Un giorno di viaggio da Milano (24 ore e 5 minuti) con Italo e
poi DB oppure OBB e tre cambi. Aereo. Con lot.com, jetcost.it. Meglio verificare sui siti.
Sopra metro alla stazione centrale di Varsavia e sotto leccornie (panificio)
DORMIRE Nel
quartiere l’Hotel Hetman è moderno e confortevole ( 36,
Kiesdza Ignacego Klopotowskiego, hotelhetman.pl), trendy l’Art
Hotel Stalowa (52 Stalowa, stalowa52.pl) e simpatico l’Hostel
Fabrycka (2211 Listopada, www.hostelfabryka.pl)
MANGIARE Szynk
Praski Rest (Stalowa 37, tel +48 888777501) Bistro Bar WuWu nel Praga Kosener Center
(wuwu.bar ) Cucina
russa allo storico e classico Skamiejka
(Zabkowska 37, tel 570151570)
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